RANSOMWARE, ANCORA IN POLE POSITION NELLE STRATEGIE DEI CYBERCRIMINALI.
Nel primo semestre 2018, i “Ransomware” continuano ad essere gli strumenti preferiti dalla criminalità informatica con danni stimati in centinaia di milioni di dollari in tutto il mondo. La criminalità sfrutta questi tipi di malware, rendendo indisponibili i dati del malcapitato, chiedendogli un riscatto che varia mediamente da € 100 a € 500 (ovviamente in cryptovalute) ma possono arrivare anche a € 10.000/ €15.000 per fornire la “chiave” per recuperare i dati. Anche se l’invito è di NON PAGARE alcuna cifra (anche nel caso di cifre esigue), in quanto questo pagamento non solo alimenta di fatto la criminalità ma la spinge a perpetuare questo tipo di reato con strumenti sempre più efficaci, si continuano a registrare numeri sempre costanti di vittime che non avendo altre speranze di recuperare i propri dati, pagano l’importo richiesto con la speranza di ricevere le istruzioni che però spesso non arriveranno mai o comunque inutili perché magari nel frattempo i sever con le chiavi sono stati chiusi.
Fare vittime con i Ransomware per i criminali informatici è molto semplice e non richiede strategie di “Hacking” avanzate come possono invece essere richieste per “attaccare” o “colpire” uno determinato, specifico obiettivo.
Di fatto, per i criminali, non è importante chi si colpisce ma colpire il più alto numero possibile di vittime, non importa se si tratta di un singolo utente magari uno studente o una casalinga, un impresa artigiana, un libero professionista, una multinazionale o un ospedale, quello che conta è il numero delle vittime perché di fatto più sono le vittime colpite più alto sarà il numero di possibili “disperati” che, non vedendo altre possibilità di recuperare i propri dati in quanto il piano di “Disaster Recovery” non ha funzionato o peggio è ASSENTE, pagheranno il riscatto !!
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Vacanze finite? E adesso le foto dove le mettiamo?
Come ogni anno alla fine delle vacanze il numero delle foto nei nostri smartphone cresce a dismisura, ad ogni vacanza il numero di foto che produciamo aumenta esponenzialmente, con l’aumentare della qualità delle fotocamere dei nostri smartphone così come per le fotocamere digitali, la dimensione di ciascuna foto cresce. Anche la memoria degli smartphone (interna e/o per i prodotti che lo consentono espandibile su schede T-Flash quali MicroSD, microSDHC e MicroSDXC) cresce ma questo non risolve il problema, anzi, ci rende più pigri, non pensiamo all’archiviazione, manteniamo sullo smartphone e nelle schede (dove presenti) tutte le nostre foto senza pensare che questo non può rappresentare il nostro archivio fotografico. Per non parlare del caso in cui il nostro smartphone (e tutte le nostre foto) si danneggi irreparabilmente o semplicemente si smarrisca o la scheda di memoria risulti illeggibile.
Il suggerimento per quanto riguarda l’archiviazione, ovvero, come da significato letterale, mettere da parte, magari per visualizzazioni future magari a distanza di anni e non necessariamente visualizzabili dal dispositivo con il quale abbiamo realizzato la foto, di fatto, è lo stesso che consigliamo per una buona politica di BACKUP, copiare tutte le foto su più supporti e dispositivi, quindi, la migliore soluzione è un mix: cloud (vedi elenco dei servizi gratuito) e supporti esterni (suggeriamo minimo su due tipologie per un paio supporti esterni, es. DVD DL (DVD Double Layer da 8,5GB) e 2 chiavette usb oppure 2 hd esterni e 2 chiavette usb), ricordate, potrà sembrare eccessivo ma potere rivedere le foto dei bambini al mare, dello spettacolare tramonto insieme agli amici, della spericolata discesa in kayak, dell’alba in mezzo al deserto o della maestosità di una balena che riemerge per respirare, insomma le foto dei momenti più belli delle nostre vacanze, magari a distanza di dieci anni, non ha prezzo !
Di seguito l’elenco dei servizi GRATUITI di archiviazione cloud più conosciuti:
Microsoft OneDrive basic 5GB (gia incluso con windows 10)
Apple iCloud 5GB (particolarmente indicato per utenti Apple)
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Il nostro cellulare è sicuro ?
Ormai il termine cellulare è sinonimo di smartphone, praticamente oltre il 99% dei dispositivi cellulari in commercio sono smartphone, letteralmente telefoni (cellulari) intelligenti ovvero, in sintesi, possiamo dire di avere un computer in tasca con il quale possiamo anche telefonare.
Proprio per questa capacità di potenza di calcolo, i sistemi operativi dei nostri cellulari sono diventati così completi e complessi (in termini di centinaia di migliaia di righe di codice) oltre che diffusi (si stimano oltre 1,5 miliardi di dispositivi nel mondo), da rappresentare di fatto un rischio elevato in termini di sicurezza informatica.
L’ultima vulnerabilità soprannominata BroadPwn permette, sfruttando il chipset wi-fi del cellulare , l’esecuzione di codice da remoto, senza alcuna vostra interazione, permettendo così a un malintenzionato, di HACKERARE il vostro cellulare senza che dobbiate fare niente.
In questo caso sono interessati milioni di cellulari Android con installato un particolare Chipsets Wi-Fi della famiglia BCM43xx della Broadcom, così come alcuni modelli iPhone.
Ovviamente GOOGLE e APPLE, distributori dei due maggiori sistemi operativi installati, rispettivamente ANDROID e IOS hanno già rilasciato la correzione a questo problema, ma questo era solo un esempio per ricordare che i nostri cellulari sono come computer e come tali devono essere trattati.
Pertanto le regole sono sempre le stesse:
– installare un buon antivirus (soprattutto su dispositivi Android);
– mantenere aggiornati sistema operativo e applicazioni;
– fare il backup dei dati.
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