Il nostro cellulare è sicuro ?
Ormai il termine cellulare è sinonimo di smartphone, praticamente oltre il 99% dei dispositivi cellulari in commercio sono smartphone, letteralmente telefoni (cellulari) intelligenti ovvero, in sintesi, possiamo dire di avere un computer in tasca con il quale possiamo anche telefonare.
Proprio per questa capacità di potenza di calcolo, i sistemi operativi dei nostri cellulari sono diventati così completi e complessi (in termini di centinaia di migliaia di righe di codice) oltre che diffusi (si stimano oltre 1,5 miliardi di dispositivi nel mondo), da rappresentare di fatto un rischio elevato in termini di sicurezza informatica.
L’ultima vulnerabilità soprannominata BroadPwn permette, sfruttando il chipset wi-fi del cellulare , l’esecuzione di codice da remoto, senza alcuna vostra interazione, permettendo così a un malintenzionato, di HACKERARE il vostro cellulare senza che dobbiate fare niente.
In questo caso sono interessati milioni di cellulari Android con installato un particolare Chipsets Wi-Fi della famiglia BCM43xx della Broadcom, così come alcuni modelli iPhone.
Ovviamente GOOGLE e APPLE, distributori dei due maggiori sistemi operativi installati, rispettivamente ANDROID e IOS hanno già rilasciato la correzione a questo problema, ma questo era solo un esempio per ricordare che i nostri cellulari sono come computer e come tali devono essere trattati.
Pertanto le regole sono sempre le stesse:
– installare un buon antivirus (soprattutto su dispositivi Android);
– mantenere aggiornati sistema operativo e applicazioni;
– fare il backup dei dati.
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Stanchi di Google, Bing, Yahoo ? Ecco le migliori alternative di motori di ricerca.
Se siete stanchi delle ricerche dove i motori tradizionali tracciando le ricerche ed i gusti degli utenti, ad ogni risultato accostano anche i link, che secondo un preciso algoritmo, risultano di tendenza in base alle preferenze, è arrivato il momento di provare questi motori di ricerca attenti alla privacy:
– QWANT ( https://www.qwant.com)
Qwant è il primo motore di ricerca made in EU (fondato nel 2011 da Jean-Manuel Rozan, esperto di finanza, ed Eric Leandri, specialista in IT Security) che protegge integralmente la privacy e le libertà dei propri utenti. Le parole chiave del motore di ricerca nato a Parigi ma che vuole diventare l’alternativa Europea a Google sono: riservatezza e neutralità.
– IXQUICK ( https://www.ixquick.com/ )
Anche StartPage by Ixquick è un “motore di ricerca” EUROPEO che garantisce la privacy dei propri utenti ma si “appoggia” a Google, pertanto non un “vero” motore di ricerca. Quando si esegue una ricerca con StartPage by Ixquick, i dati identificativi vengono rimossi dalle query inviate dagli utenti, quindi inviate in modo anonimo a Google. Dopo aver ottenuto i risultati questi vengono inviati agli utenti rispettando completamente la loro privacy. Non viene registrato l’indirizzo IP, nè tenuto traccia delle visite né vengono inviati ai browser cookie traccianti.
– DUCKDUCKGO ( https://duckduckgo.com)
DuckDuckGo è invece made in USA ma ovviamente parla italiano e anche questo motore, non traccia le ricerche effettuate ne raccoglie o condivide informazioni personali.
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Posta Elettronica: avvisa i tuoi mittenti della tua assenza – con Office 365 –
Gli utenti OFFICE365 o EXCHANGE-ONLINE,
con la funzione di Outlook “Risposte Automatiche (Fuori sede)”,
possono comunicare automaticamente per ogni messaggio di posta ricevuto nell’intervallo di date indicato,
sia a mittenti interni all’organizzazione (ovvero appartenenti allo stesso dominio di posta) , sia a mittenti Esterni all’organizzazione ( ovvero tutti gli altri mittenti) che non ci si trova in ufficio o siamo in vacanza, personalizzando il messaggio di avviso.
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La nuova direttiva EU sulla protezione dei dati personali, meglio conosciuto come GDPR (General Data Protection Regulation, Regolamento generale sulla protezione dei dati)
Dopo l’adozione nell’aprile del 2016 del Regolamento UE 2016/679, meglio conosciuto come GDPR (General Data Protection Regulation, Regolamento generale sulla protezione dei dati), è iniziata una vera e propria corsa contro il tempo per garantire la loro conformità prima dell’effettiva entrata in vigore del Regolamento il 25 maggio 2018, pena il pagamento di pesanti sanzioni e l’avvio di potenziali procedimenti legali.
Il compito risulta esteso e particolarmente complesso perché questo Regolamento amplia molto l’ambito della responsabilità rispetto alla direttiva sulla protezione dei dati del 1995 (Direttiva 95/46/CE) precedentemente in vigore.
Il GDPR interpreta la definizione di dati personali in senso lato. Qualsiasi informazione che può essere utilizzata per identificare una persona in modo diretto o indiretto deve essere considerata un dato personale. Può trattarsi di un nomi, foto, indirizzi e-mail, coordinate bancarie, numeri di documenti di identità, post su siti web di social network, informazioni mediche e persino indirizzi IP associati a un account o un dispositivo specifico di un utente.
Tutte le organizzazioni che raccolgono, memorizzano e/o elaborano informazioni personali devono garantire la conformità al GDPR se:
- offrono beni o servizi a cittadini UE residenti nell’UE
oppure
- monitorano il comportamento di cittadini UE residenti nell’UE.
Sono incluse le organizzazioni che non hanno sede all’interno dell’UE, che non sono presenti in UE sotto nessuna forma e anche quelle con dipendenti UE ma senza clienti UE.
Insomma, se gestite in qualche modo informazioni personali che riguardano cittadini UE per beneficio di legge… il GDPR riguarda anche voi!
Tutte le organizzazioni che soddisfano questi criteri devono garantire la conformità.
Per qualsiasi informazione o chiarimento non esitate a contattarci.
fonte: http://ec.europa.eu/justice/data-protection/index_en.htm
GDPR, General Data Protection Regulation, Privacy, Regolamento EU Privacy, Regolamento generale sulla protezione dei dati, Regolamento UE 2016/679